Tre macchine innovative a confronto per la gestione del sottofila senza lavorazioni meccaniche o impiego di diserbanti chimici, per una viticoltura più rispettosa del suolo e dell’ambiente
Vite: quando la sostenibilità passa anche lungo la fila
Nel corso della manifestazione «Vite in Campo 2017», organizzata dal sistema dei Consorzi di tutela del Prosecco in collaborazione con L’Informatore Agrario tenutasi lo scorso 27 maggio presso l’Azienda agricola Conte Collalto a Susegana (Treviso), sono state presentate circa 80 macchine ad alto contenuto innovativo per la gestione sostenibile del vigneto.
Tra queste, largo spazio hanno avuto le attrezzature per la gestione del sottofila, dato l’interesse crescente, peraltro sovvenzionato da contributi regionali per l’abbandono del diserbo chimico a favore di metodi più «naturali».
Oggi giorno, infatti, l’uso di prodotti chimici contro le infestanti – seppure utilizzati nel vigneto solo su una fascia ristretta di suolo, di molto inferiore ad altre colture – trova un forte contrasto da parte dell’opinione pubblica.
Se l’utilizzo eccessivo di diserbanti può avere impatti negativi sull’ambiente, è pur vero che anche la lavorazione del suolo ha delle ripercussioni negative sulla fertilità del terreno, aspetto da considerare in termini di sostenibilità ambientale. È infatti ampiamente dimostrato come lavorazioni ripetute determinino fenomeni di compattezza, riducano la permeabilità e la quantità di sostanza organica del suolo e incrementino la solubilizzazione del calcare (Valenti et al., 2014; Bergonzi et al., 1987) (1).
Le macchine che tagliano o distruggono l’erba senza effettuare lavorazioni del suolo hanno il pregio di non alterare la fertilità del suolo, ma occorre che siano in grado di eliminare tutte le infestanti, comprese quelle vicino ai ceppi, senza danneggiare le piante di vite. Vi è inoltre lo svantaggio di un ricaccio veloce delle erbe infestanti e di conseguenza di un numero superiore di interventi annuali, per quanto veloci siano queste macchine, con conseguenze da valutare in termini di consumi ed economicità.
In quest’ottica si inseriscono le tre macchine innovative sottoposte a valutazione (EcoGP di M.M., Biodiserbo di Cs Thermos e Grasskiller di Caffini, foto 1, 2 e 3) senza togliere alcun valore a quelle che in questo articolo non saranno descritte. Prima di entrare nello specifico, si sottolinea come tutte e tre hanno lavorato in condizioni non particolarmente idonee, con erba troppo alta e con la presenza di una pendenza trasversale superiore al 5%, che ne ha complicato il funzionamento.
di Luigi Bonato
Evoluzione Ambiente Studio Associato
L’Informatore Agrario 37/2017